Eyes Wide Shut: l’ossimoro degli occhi spalancati e chiusi

Enigmatica e conturbante, l’ultima pellicola firmata da Stanley Kubrick usciva postuma nelle sale statunitensi nel luglio 1999 e veniva presentata in anteprima europea all’apertura della 56° Mostra di Venezia. Considerata il testamento spirituale del Maestro, venuto improvvisamente a mancare pochi giorni dopo averne completato il montaggio, è ancora incredibilmente attuale per la sua analisi dell’uomo nella società, di cui sembra consegnare il manifesto definitivo sull’ipocrisia fra fantasie inconfessabili, paure, consumismo, ruoli e stereotipi di genere. Come se le simbologie non fossero state abbastanza, la coppia protagonista sul set Tom Cruise-Nicole Kidman si sarebbe a breve separata nella realtà, chiudendo l’epoca di una delle più celebri coppie d’oro di Hollywood. La sommatoria di questi elementi ebbe come risultato uno dei film più chiacchierati della storia del cinema.

Fig.1 Tom Cruise e Nicole Kidman al tempo di Eyes Wide Shut, Elle.fr

“Eyes Wide Shut”, in perfetto stile Kubrick, provoca in ogni suo dettaglio a partire dall’ossimoro contenuto nel nome che, tradotto alla lettera, significa ‘occhi spalancatamente chiusi’ e fa da contraltare all’espressione ‘eyes wide open’ ovvero ‘occhi ben aperti’. Occhi dunque che, nonostante lo sforzo di stare aperti, restano loro malgrado serrati nel non riconoscere l’evidenza dei fatti. Sono proprio questi occhi a spiegare il film, richiamando il titolo del racconto “Doppio sogno” di Arthur Schnitzler da cui lo stesso è tratto: la veglia ad occhi aperti ed il sonno ad occhi chiusi, ovvero gli stati di coscienza più o meno consapevole in cui vivono rispettivamente i due interpreti, il marito Bill e la moglie Alice.

Fig. 2 Le celebri maschere realizzate da Kartaruga per Eyes Wide Shut, Kartaruga.it

Tutto ha inizio con una serata natalizia nell’alta società alla quale i due coniugi sono invitati, una festa che si rivela ricca di tentazioni per entrambi. Nessuno dei due le concretizza, la moglie perché rifiuta le avance del Casanova con il quale balla e il marito perché è interrotto dal padrone di casa per un’emergenza medica, mentre riceve quelle di due avvenenti ragazze. Scena che a sua insaputa viene vista dalla consorte. La crisi scoppia la sera successiva, quando l’uso di qualche sostanza alterante di troppo fa scardinare ad Alice le sue verità sulle storie extra coniugali: nel rivelare il suo desiderio di tradimento con un ufficiale, che avrebbe consumato anche a costo del matrimonio, squarcia la visione che Bill ha della vita coniugale dove i sogni erotici al di fuori della coppia sono prerogativa degli uomini, lui escluso ovviamente.

Fig. 3 Eyes Wide Shut, festa di Natale, Sposito.it

Una telefonata interrompe la conversazione shock: un paziente è venuto a mancare ed urge la presenza del medico. E il turbamento da tradimento non consumato si amplifica: la figlia del deceduto, fra lacrime per la perdita del padre e annuncio dell’imminente matrimonio, gli rivela che lo ha sempre amato e lo bacia. E la somiglianza visiva fra lei ed il fidanzato da una parte, il cui arrivo permetterà al nostro personaggio di defilarsi dalla situazione, e fra la coppia protagonista dall’altra, fa perfettamente da specchio sulla necessità di spalancare coraggiosamente gli occhi sull’ambivalenza degli esseri umani.

È l’inizio della discesa agli inferi e dell’odissea notturna di Bill che, totalmente alla deriva e ossessionato dall’immagine di Alice tra le braccia di un altro, è incapace anche di compiere ciò che pare desiderare di più, ovvero tradire la moglie. Anziché tornare a casa, inizia a peregrinare per le strade newyorkesi. Si lascia adescare da una prostituta, ma una telefonata di Alice lo ferma dai suoi propositi. Raggiunge allora l’amico pianista e tramite lui arriva ad una villa fuori città: con la parola d’ordine paradossale fidelio, ovvero fedeltà, entra in un mondo fatto di maschere dove una setta segreta sfoga gli istinti carnali attraverso rituali orgiastici. Eppure Bill non riesce a consumare il tradimento neanche in questo frangente. Viene messo in guardia dalla donna con la celebre maschera piumata, poi viene scoperto e cacciato, solo dopo che quella stessa donna si sarà offerta in sacrificio al suo posto.

Fig. 4 Eyes Wide Shut, Bill interrogato e smascherato al cospetto dei convitati, Ecstaticintegration.org

Il giorno seguente ripercorre la sua odissea a ritroso. Scopre che colui che gli ha affittato il costume ha fatto della sua bambina una prostituta, mentre quella che ha conosciuto la sera prima è stata trovata positiva all’HIV. E di quella che lo ha salvato è stato rinvenuto il cadavere per una forse non casuale over dose. Sconvolto, arriva a casa a notte inoltrata: Alice dorme e accanto a lei nel letto, la maschera di lui. È preda di un incubo che la fa piangere e ridere: nuda in un luogo pubblico, la possedeva l’ufficiale delle sue fantasie e poi aveva rapporti con numerosi altri uomini. Sogno e realtà si sono sovrapposti, il doppio sogno, ed il gioco di specchi sembra suggerire che realtà materiale e onirica si equivalgano. Del resto “nessun sogno è mai soltanto un sogno” afferma Bill.

Fig. 5 Eyes Wide Shut, Alice racconta al marito l’incubo appena fatto, Cinelapsus.com

Nella scena finale sarà la moglie a fare appello ai loro desideri sessuali nel tentativo di ricucire un matrimonio ormai spento, fatto di vita agiata – medico di successo lui e gallerista in cerca di un’occupazione lei – e felicità apparente: “L’importante è che ora siamo svegli, e spero tanto che lo resteremo a lungo”. Dopo un viaggio solitario di entrambi faccia a faccia con la verità, vissuta o sognata che sia, dovranno trovare un nuovo modo di stare insieme, se lo vorranno.

“Eyes Wide Shut” è un’espressione che invita lo spettatore a sprofondare anche dentro la dimensione sognata, più che per trovare una soluzione per suscitare interrogativi, poiché spalancare gli occhi chiudendoli è un modo per restare in equilibrio tra la dimensione reale e la visione personale che tenta di negare quella stessa realtà. Perché “Chi guarda fuori, sogna. Chi guarda dentro, si sveglia” dice Carl Gustav Jung.

Claudia Chiari

Occhiocapolavoro

Dott. Giuseppe Trabucchi  – Medico Chirurgo – Specialista in Clinica e Chirurgia Oftalmica

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